Nel 2007 ci trovammo in cinque amici, non al bar ma in trattoria. Si discuteva di Prima guerra mondiale – mancavano evidentemente temi più succulenti – e delle tracce, fisiche e immateriali, che quel conflitto lasciò a noi che viviamo oggi. Nacque un abbozzo di idea che divenne un progetto editoriale e, alcuni mesi dopo, un libro. Paolo Rumiz ci regalò un suo pezzo strepitoso. Ne derivò anche una mostra che oggi, centenario tondo dell’anniversario, approda nel Trevigiano. La curano i quattro autori delle fotografie e l’autore dei testi, che sarei io.
«Quattro fotografi nati negli anni Sessanta (Loris Menegazzi, Colin Dutton, Arcangelo Piai e Giovanni Simeone) e un giornalista che li segue di pochissimo (Alessandro Zaltron, 1970) sono gli autori di un bel progetto tramutatosi in libro: 1918-2008. Piccole memorie dalla Grande guerra. La pubblicazione si avvale di un pezzo firmato da Paolo Rumiz (il quale, con la conosciuta maestria, mescola luoghi, uomini, personaggi, eventi e aneddoti legandoli in modo appassionato e accattivante) ed è una interessante radiografia dei depositi memoriali e dell’interesse verso soggetti storici caldi da parte di una generazione di quarantenni, forse l’ultima interfaccia operativa con le catastrofi del Novecento. Libro di testi e fotografie che non riposano chi legge e guarda, ma che piuttosto lo interrogano con velati microsismi e intelligenti provocazioni, Piccole memorie è un puzzle dove ogni clic rinuncia al protagonismo e accetta di organizzarsi nel coro». Luciano Caniato La Grande guerra ha lasciato, novant’anni dopo, solo piccole memorie. Piccole non perché poco importanti ma in quanto diradate e occulte, difficili da distinguere nel chiasso circostante. La natura si riprende i segni, fagocitandoli con la sua espansione che livella. La società perde i testimoni diretti e nasconde piano piano i luoghi. La gente trasforma la memoria in fruizione turistica. Restano, freddi e immobili, i nomi: delle battaglie, nei libri di storia; dei soldati caduti, nei cimiteri e sulle lapidi. Ecco il senso di un libro, realizzato da cinque professionisti – quattro fotografi, un giornalista – non per commemorare con retorica ma per strappare all’oblio quel poco di vivo che ancora rimane. La mappatura dell’esistente come documentazione di una geografia emozionale, privata e collettiva».
Luciano Caniato
anno 2008
ISBN 978-88-8409-200-7
Prezzo di copertina: 30 euro